A casa di Alice: vi presentiamo Ludovico

Benvenuti a casa nostra!

La famiglia di Alice si è allargata tantissimo in questi anni. Dalla prima pizzeria in Via delle Grazie all’ombra di San Pietro, siamo arrivati in città nuove ed inaspettate, incontrando tantissimi pizza lovers. Dal 1990 ad oggi abbiamo fatto conoscere la nostra pizza al taglio grazie al sorriso e all’allegria dei nostri collaboratori, membri della grande famiglia di Alice. Ma cosa vuol dire per loro far parte del mondo di Alice? Quali sono i loro desideri e aspirazioni? E soprattutto cos’è per loro la Pizza?

È da qui che nasce “A Casa di Alice”Vogliamo raccontarvi Alice dagli occhi delle persone che la rendono speciale ogni giorno.

Siete pronti ad entrare nella nostra casa?

Quanti anni hai, Ludovico?

25 anni.

E da quanto fai questo lavoro?

Tre anni.

Ti piace il tuo lavoro?

Assolutamente sì.

Veramente però.

Assolutamente sì.

Che cos’è secondo te la cosa più faticosa di questo lavoro?

Trasmettere il piacere che hai nel lavorare alle persone a cui insegni e ai clienti.

Hai lavorato nella pizzeria di Viterbo, una realtà particolare. Come ti sei trovato, anche con i tuoi colleghi?

La psicologia del gruppo da affrontare non è mai semplice, ma se c’è una base solida di lavoro alle spalle il risultato è sempre garantito.

Rispetto a Roma?

Lì era più difficile perché non ci conoscono e conoscono meno la pizza al taglio. A Milano dove ho lavorato sempre con Alice, c’era una clientela ancora più esigente e con abitudini diverse. Ma i complimenti sulla qualità della pizza non ci sono mai mancati.

E capire questo tipo di prodotto?

Il riscontro sta arrivando giorno dopo giorno. CI vuole tempo, ma non si fatica ad apprezzare la pizza romana. Le persone si trovano davanti una vastità di gusti, magari pensano: “Oggi provo questa, domani provo questa”.

Tu hai sempre fatto il…

Pizzaiolo, sì sempre fatto il pizzaiolo. Ma non ti nascondo che qualche volta sono stato anche sul banco.

Quale può essere una criticità della pizza al taglio? Facciamola semplice: che difetto gli troveresti?

Per i clienti che non la conoscono, capire che il prezzo è al peso non è semplicissimo. Anche perché molti sono abituati a pensare alla pizza come a un prodotto povero. Il nostro lavoro è raccontare assolutamente al meglio il prodotto, capire cosa lo rende diverso dagli altri.

L’episodio più significativo della tua esperienza lavorativa?

Per me l’apertura a Philadelphia, la più emozionante. La prima volta che ho aperto una pizzeria all’estero.

Cosa ti piace di questo lavoro?

Per me fare il pizzaiolo è spensieratezza, ma perché la mia idea è che bisogna far appassionare la gente a questo lavoro, bisogna andare al lavoro contenti, e in un contesto dove c’è crescita, movimento e possibilità di mettersi in gioco. Chiaramente se questo lavoro non ti appassiona, vedi solo gli svantaggi e la fatica.

Qual è la pizza più amata secondo la tua esperienza?

La mia? Per me la Marinara!

E per i clienti?

Tutte le pizze appena sfornate che arrivano sul banco sono divorate con gli occhi, specialmente la cacio e pepe!

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